Le mie risposte all’audizione sulla genetica umana all’europarlamento

  • Data: 13 febbraio 2001
  • Luogo: Strasburgo - Parlamento Europeo
  • Fonte: Radio Radicale

13 febbraio 2001 – Strasburgo: Luca Coscioni risponde alle domande che gli sono rivolte durante l’audizione al parlamento europeo sulla genetica umana

Le risposte di Luca Coscioni alle domande a lui rivolte, durante l’audizione presso la Commissione Temporanea sulla Genetica Umana del Parlamento Europeo, tenutasi al fine di raccogliere il punto di vista di chi è affetto da malattie genetiche.

INTERVENTO DI LUCA:

Egregio Signor Presidente, Signori membri della Commissione.

Nel rispondere alle domande che mi sono state rivolte ho cercato di essere il più possibile esaustivo. Purtroppo, il sistema di comunicazione che utilizzo è molto lento. Quindi, il tempo che mi è stato concesso non mi ha consentito di rispondere a tutti i quesiti postimi. Chi è colpito da una grave malattia spera, inizialmente, di poter guarire, quando la malattia avanza inesorabilmente, che la stessa possa fermarsi o rallentare. Le nuove biotecnologie mediche danno speranza a chi è nelle prime fasi di una malattia, così come a chi si trova in uno stadio molto avanzato. In effetti, un paziente guarda con grande interesse alla ricerca scientifica sulle cellule staminali ed in campo genetico. In molti casi, si tratta di terapie che potrebbero rendersi disponibili nel corso dei prossimi 5 anni. La paura principale di chi è alla disperata ricerca di una terapia che lo possa salvare è l’originarsi o il riemergere, dall’oceano della demonizzazione e della disinformazione, di una deriva oscurantista, che rallenti il faticoso percorso della conoscenza.

Per quanto concerne i test genetici, è la mia personalissima opinione che è nell’interesse di ogni individuo essere informato delle malattie che, potenzialmente, potrebbe sviluppare e delle probabilità relative. Il nostro principale alleato, nella lotta alle malattie, è la conoscenza. Chi è invece malato, ha un obiettivo prioritario: guarire o, se non altro, essere curato. in risposta all’on. Brayer: morte e sofferenza fanno parte della vita dell’uomo. un conto è morire e soffrire a un anno di vita un conto è morire a 90 anni.

La ricerca sulle cellule staminali non può essere limitata agli embrioni soprannumerari. Il motivo è legato al fatto che gli embrioni creati ad hoc non pongono o limitano il problema del rigetto. Per quanto riguarda le aspettative la mia relazione non è ottimistica. Mi sono limitato a riportare i dati del professor Dulbecco. Al momento attuale le cause genetiche della SLA non sono note quindi i test genetici non sono disponibili.

On. Paciotti è mia opinione che nel caso delle terapie cellulari basati sulle staminali il problema del brevetto non si pone dato che si tratta di tecniche semplici note da molti anni.

Puoi vedere il mio primo intervento all’audizione cliccando qui

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale dell’audizione

Eventuali errori presenti nel documento sono dovuti ad un adattamento del testo per il sintetizzatore vocale utilizzato da Luca

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