Il mio intervento a Ginevra contro il proibizionismo

Intervento di Luca contro il proibizionismo

Grazie ai 28 giorni di sciopero della fame di Daniele Capezzone, il Segretario di Radicali Italiani, 202 parlamentari di tutti gli schieramenti politici si sono impegnati a depositare presso il Parlamento italiano la proposta di legge radicale recante norme in materia di suicidio assistito, insieme ad altre 24 leggi liberali, liberiste e libertarie.

Concordo con il professor Umberto Veronesi, quando sostiene che l’Olanda ha una cultura aperta e liberale. Tuttavia, se una legge sulla eutanasia non potrà essere approvata dal Parlamento italiano, questo dipenderà esclusivamente dalla classe politica italiana, che obbedisce ai diktat vaticani e che non riesce a farsi interprete delle nuove domande individuali e sociali, dei nuovi diritti. Il 46,3 per cento degli italiani è infatti favorevole all’eutanasia e se l’informazione su questo tema non venisse messa dalla Rai nelle mani del Celentano di turno, una maggioranza qualificata degli italiani direbbe sì alla regolamentazione del suicidio assistito. In ogni caso, eutanasia ed accanimento terapeutico non possono essere trattati come argomenti intercambiabili.

Sirchia e Buttiglione fingono che non esista l’eutanasia all’italiana, letteralmente fuori legge, così come si fingeva che non esistesse l’aborto e il divorzio all’italiana. L’eutanasia è una dura realtà e come tale va regolamentata senza ipocrisie.

Il professor Umberto Veronesi, nella sua prefazione al libro di Serena Foglia Il posto delle fragole, scriveva: “Scegliere l’eutanasia non è un gesto facile: è e va intesa come un atto estremo che va considerato con discrezione, va deciso nel segreto delle proprie coscienze, senza clamore e senza prescindere dalle proprie concezioni etiche e morali. È un gesto che richiede una lenta e profonda introspezione interiore ma credo che non debba essere interpretato solo come la volontà di rinunciare prematuramente alla vita, come una scelta mossa dalla debolezza, come una incapacità a tollerare la sofferenza, come il desiderio di non perdere nella morte la propria dignità. In realtà, in una visione laica della vita, la decisione di concludere l’esistenza con un atto che abbia luogo in modo umanitario ma razionale, è una soluzione comprensibile quando il dolore fisico e morale non permettono più di onorare la vita pienamente.

Direi allora che l’eutanasia potrebbe essere intesa come la forma più alta di libertà proprio perché riguarda la nostra vita”. Invito il professor Umberto Veronesi a sostenere la proposta di legge radicale. Anche in Italia esiste una politica e una cultura liberale, laica ed aperta.

04 aprile 2002 – Luca Coscioni

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale del congresso

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