Caro Michele Santoro, ecco la mia opinione liberale

Caro Michele Santoro,
dubito fortemente che vorrai, potrai, ascoltare questo mio intervento al Comitato dei radicali, lontano come sei dalle frequenze, politiche e radiofoniche, di noi radicali. Non importa. Mi hai già tolto la voce, televisivamente, ieri sera; non penso che, ascoltare, oggi, la stessa voce aggiungerebbe, o toglierebbe qualcosa al fatto che, a trenta giorni dalle elezioni, la Lista Emma Bonino è vicina, pericolosamente vicina al 4 per cento. Care compagne, cari compagni, ecco come avrei concluso la mia partecipazione a “Raggio Verde”, se solo mi fosse stato concesso.

Caro Santoro, prima di concludere, solo una pillola per Rocco Buttiglione. Onorevole Buttiglione, non accetto lezioni di morale cattolica da chi, come lei, brandisce il crocefisso come una spada, scaglia il Vangelo come una pietra. Detto questo, la Chiesa cattolica è libera di pensare che sia etico lasciar morire gli embrioni soprannumerari, piuttosto che destinarli ad una ricerca scientifica che potrebbe, sottolineo potrebbe, dare speranza a milioni di persone, ma è compito delle forze politiche, anche cattoliche, sottrarsi a questo ricatto morale. Ma questo non accade, e intanto, ai nostri mali, alle nostre malattie, si aggiungono le maledizioni, gli anatemi, contro tutto e tutti. Vi sono ormai Stati interi, come l’Olanda, letteralmente criminalizzati dall’organo del Vaticano; e con loro, la grande maggioranza dei credenti, le loro coscienze profondamente cristiane.

Oggi non le vite delle persone, dei deboli, di noi malati, ma gli embrioni sono sacralizzati, e ad essi dovrebbero essere immolate le libertà e la vita. Eppure, in Italia, voi sapete, come ai tempi della regolamentazione del divorzio e dell’aborto, che occorrono leggi più umane, al servizio delle vite, e non di una astratta Vita con la v maiuscola, a cui le vite concrete dovrebbero essere sacrificate. Proprio come accade con la pratica effettiva della terapia del dolore, che vede l’Italia solo al centotreesimo posto nell’uso dei farmaci oppiacei, al punto che ormai esiste una vera e propria morte all’italiana, come tanti anni fa il divorzio all’italiana. Esistono, sulla carta, i diritti dei malati, ma se ne fa scempio. Ma è la libera pratica dei doveri che può salvarci. Dare corpo, dare mano, dare voce, oggi, per me, riacquista il suo immenso significato. Chiedo aiuto a tutti voi, a cui mi è stato concesso di parlare. La politica, nel bene o nel male, è tutto questo. È vita o morte, civiltà o violenza. Lo è, almeno, per me, per Emma Bonino e per i radicali. Vi supplico quindi. Non sciupate l’arma che per un solo giorno, il 13 maggio, ci viene data. Quelle tre schede che avremo in mano per eleggere il nuovo Parlamento, vi chiedo di usarle. Votate. Non le buttate nell’ammasso. Qualunque cosa facciano per allontanarvi dal voto, vi chiedo di aiutarmi, di deciderlo ora, e di custodire questa decisione. I 50 Nobel, centinaia di scienziati, di maestri, di responsabili, mi sostengono, perché sarei stato capace di ridare voce, e coraggio, anche a loro. Ne sono commosso, più vivo, e più forte che mai. Ma ora, sono io che chiedo il vostro aiuto. Chiedo il vostro sostegno, riflettendo, parlando, difendendo i vostri, e i miei diritti a conoscere prima di votare. E poi chiedo di votarmi. La vostra forza ideale è necessaria alla mia vita, e a quella di tutti. È il farmaco, la medicina. Ne guariremmo tutti”.

13 aprile 2001 – Luca Coscioni

Se vuoi ascoltare il mio intervento al comitato clicca qui

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale del comitato

Eventuali errori presenti nel documento sono dovuti ad un adattamento del testo per il sintetizzatore vocale utilizzato da Luca

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