Il mio primo intervento al comitato di Radicali Italiani

Care compagne, cari compagni,
questa non è, evidentemente, la mia voce. Purtroppo, non posso parlare a causa di una malattia neuromuscolare, la sclerosi laterale amiotrofica. Per comunicare sono costretto ad usare un programma di sintesi vocale. Ringrazio, innanzitutto, tutti coloro che hanno votato la Lista “Radicali3000 – Antiproibizionisti sulla Scienza, sulla Droga, su Tutto”, Gaetano Dentamaro e i 24 compagni e compagne di lista.
Nel rispondere, l’11 Dicembre scorso, al caloroso benvenuto e augurio di buon lavoro di Emma Bonino, Marco Pannella e Marco Cappato, giuntomi per posta elettronica, cui ha fatto seguito una gradita, quanto inaspettata, telefonata di auguri di Marco Pannella e un caro messaggio di Emma Bonino, dicevo: “Voglio, fortissimamente voglio, che siate presenti, con altre compagne e compagni, nel prossimo Parlamento italiano. E per questo lotterò con Voi. Altro, per il momento, non posso dirVi”.

Oggi, invece, qualcos’altro da dirVi, cari amici e care amiche, ce l’ho.

Molti sono i motivi per i quali una folta rappresentanza radicale appare indispensabile nel Parlamento italiano che ci si appresta ad eleggere. Vorrei, però, soffermarmi, in questo mio intervento, su uno di essi, tutt’altro che trascurabile. Quest’anno, il lungo e gelido inverno per milioni di malati, cittadini della Unione Europea, è cominciato presto, non certo dal punto di vista meteorologico, ma da quello politico. È cominciato il 7 Settembre 2000, con la decisione del Parlamento europeo di opporsi alla clonazione terapeutica. Si tratta di un atto molto grave e decisamente inaccettabile per milioni di malati, colpiti da patologie incurabili e, spesso, mortali, che evidenzia come il proibizionismo abbia nuovamente trovato, nella Scienza, terreno fertile, sul quale diramare le proprie radici di morte. Maurizio Turco ha, giustamente, parlato di una enciclica parlamentare, alla quale i Verdi non si sono opposti e rispetto alla quale i “Ponzio Pilato” laici si sono lavati le mani, sostenendola o astenendosi. Mi spiace che, fra questi ultimi, si sia collocato anche Vittorio Sgarbi, neoeletto del Comitato di coordinamento dei radicali.

Dall’inverno europeo, passiamo a quello italiano che, per i cittadini italiani, colpiti dal morbo di Alzheimer, di Parkinson, dal diabete, il lupus, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica, tanto per citare alcune delle patologie curabili, forse, con le cellule staminali clonate, riprenderà, freddo come mai lo è stato prima, la prossima primavera, quando, cioè, Berlusconi, Fini, Casini, Buttiglione e Bossi vinceranno le elezioni politiche. Senza di noi. O con noi. Mentre, la prossima primavera, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna partirà la sperimentazione, in studi pre-clinici, da noi, in Italia, si alzeranno le nebbie della demonizzazione e della disinformazione. E, nel fitto di queste nebbie, non sarà difficile per il governo e la maggioranza parlamentare proibire, fra le altre cose, anche la clonazione terapeutica, negando così a centinaia di migliaia di malati italiani una concreta speranza di guarigione e costringendoli ad un odioso turismo sanitario. Ecco, di fronte a questo scenario disarmante, è necessario, indispensabile tornare, in forze, in parlamento. Per difendere la libertà di ricerca scientifica, la libertà di cura, la libertà di scegliere come e quando morire, in caso di malattia incurabile e foriera di atroci sofferenze.

Nel mondo anglosassone, il confronto nasce e si sviluppa sulle idee. In Italia, invece, non si può nemmeno discutere, l’imperativo è proibire, proibire, proibire.

Alcuni giorni fa, su radioradicale punto it, mi sono imbattuto, nuovamente, nella intervista rilasciata da Rocco Buttiglione a Cinzia Caporale sulla clonazione di embrioni umani a scopo terapeutico. Bene. Secondo Buttiglione, gli scienziati nazisti erano degli ottimi scienziati, ma sono stati impiccati perché erano dei criminali dato che avevano condotto esperimenti su persone viventi. E concludeva dicendo che non si può usare l’embrione come strumento, qualsiasi sia il fine. Come se fosse possibile paragonare uno dei 700 mila embrioni congelati e conservati sotto azoto, molti dei quali prossimi alla scadenza, che persona non è, a un essere vivente, pienamente sviluppato. Le affermazioni di Buttiglione sono gravissime e ad esse occorre contrapporci, entrando in Parlamento. Noi radicali siamo la sola polizza di assicurazione per centinaia di migliaia di malati, alcuni milioni di disoccupati, pensionati alla fame, non garantiti, emarginati.

Concludo, ringraziando Emma e Marco perché con le elezioni online mi hanno dato la possibilità di confrontarmi ad armi pari con Marco Taradash e Vittorio Sgarbi, con Ernesto Caccavale e Giovanni Cominelli, con Antonella Spolaor Dentamaro e John Fischetti. E con gli altri 164 candidati delle 10 liste concorrenti. E tale confronto elettorale, nella migliore tradizione anglosassone, si è svolto garantendo l’uguaglianza delle condizioni di partenza, la sola che meriti di poter essere definita tale. In secondo luogo, ringrazio Maria Antonietta, mia moglie, che è, spesso, mia voce, mio corpo, mio spirito, se uno spirito esiste. Lei pensa che io ne abbia uno speciale. Io le rispondo che l’unico spirito che conosco è, secondo me, in realtà, un istinto. Di sopravvivenza. L’ultimo a piegarsi.

Infine, un grazie alla Scienza. Che è Conoscenza. Alla Scienza. Che è Tecnologia informatica, mediante la quale, l’oceano di conoscenza e di ignoranza, di disperazione e di speranza, di amore e di odio, oceano che è in me, che è me, e che il Caso avrebbe voluto costringere al silenzio, nello spazio angusto di una bottiglia, può, invece, rifluire, seppur lentamente, verso Voi.

15 dicembre 2000 – Luca Coscioni

Puoi vedere il mio intervento al comitato cliccando qui

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale del comitato

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