Articolo di Luca

Pensavo che il maratoneta che non può più correre la maratona mi avesse abbandonato. E invece è ancora in me, è me.

La decisione della Commissione è molto importante perché si è stabilito di ascoltare oltre agli specialisti anche i malati, coloro cioè – come nel caso di Luca – che potrebbero essere salvati dalla ricerca sulle cellule staminali. In America sono già in fase avanzate le applicazioni della clonazione terapeutica per la sclerosi laterale amiotrofica, in Europa siamo a zero. Mi auguro che la testimonianza di Luca possa convincere i parlamentari europei della necessità di autorizzare in tutta Europa le ricerche più avanzate in questo campo, sul modello britannico. (Gianfranco Dell’Alba)

Forse il sostegno di un semplice scrittore come me stonerà un poco, o anche troppo, nella lista delle personalità scientifiche che, con i loro nomi e il loro prestigio, suggellano le affermazioni rese da Luca Coscioni in quella sua lettera del 20 marzo (…) Attendavamo da molto tempo che si facesse giorno, eravamo sfiancati dall’attesa, ma ad un tratto il coraggio di un uomo reso muto da una malattia terribile ci ha restituito una nuova forza. Grazie per questo. (Josè Saramago)

Luca è stato maratoneta fino all’ultimo. In tutta la sua malattia non ha mai cessato di impiegare la stessa energia e determinazione che da sano spendeva senza risparmio nelle sue imprese sportive. Mi ha colpito proprio questa sua forza, questo autocontrollo che da fisico si è sublimato in interiore, per correre verso una meta ideale, la libertà di ricerca. (Umberto Veronesi)

Con le battaglie di Luca Coscioni è passata più chiaramente l’idea che non si scende in piazza soltanto per rivendicare i diritti, ma che a volte si deve tener conto dei diritti di quanti in piazza non ci possono arrivare nemmeno. “Dal corpo dei malati, al cuore della politica”, questo slogan è stato clamorosamente accolto da moltissimi cittadini che certe cose non le avrebbero capite. (Furio Colombo)

La verità è che i temi e i drammi della bioetica torneranno ad imporsi nel prossimo Parlamento, a dispetto delle reticenze elettorali e nonostante il peso delle posizioni cattoliche. La questione investirà in modo inesorabile la nuova maggioranza e la nuova opposizione. E il nome di Luca Coscioni, sostenuto da un ventaglio di premi Nobel, si avvia a essere il simbolo della laicità della ricerca scientifica. (Stefano Folli)

Molti che quando era vivo hanno ostacolato o ignorato le sue iniziative, in morte ne hanno invece lodato l’impegno. Senza mai citare però quale fu la sua vera battaglia. (Giulio GiorelloCorriere della Sera Magazine.

Grazie Luca, sarai di esempio per tutti noi. Sono radicale da sempre e cattolico praticante. E’ anche grazie a te che le mie anime si sono conciliate. Sei stato un esempio meraviglioso di spirito evangelico, che è lontano mille miglia dai diktat moralisti. Avremo sempre un Maratoneta che correrà al nostro fianco. Daniele

Ciao Luca, con te abbiamo perso un leader coraggioso, forte e ostinato, non ti sei mai arreso… anche se la “Nera Signora” che ti ha voluto prendere, non ha vinto perchè tu rimani qua nei nostri cuori, tu mi hai dato l’esempio e il coraggio per non arrendermi alla tremenda SLA… anche io sono ammalato di sla, da ormai 4 anni e so cosa vuol dire sentirsi prigioniero del tuo corpo, so delle umiliazioni che subiamo, fisiche,ma soprattutto, psichiche, so che cosa significhi non poter comunicare… Ciao Amico mio ci hai insegnato a non arrenderci… GRAZIE. Archimede

Ho pensato molto a Luca in questi giorni,ma solo ora leggo la vostra mail. Mi commuove il fatto che io l’ho conosciuto perchè quattro anni fa ho richiesto il suo aiuto per fare la mia tesi di laurea sulla malattia che purtroppo l’ha portato via e lui non ha mai smesso di scrivermi. Non sono riuscita a venire ai funerali perchè ho una bimba di due anni e sono al nono mese di gravidanza. Un abbraccio alla famiglia e a voi che siete stati al suo fianco per tanti anni. Emanuela

Ho visto tua moglie, stasera, in televisione, dove ha saputo dimostrare il suo grande amore per te e la tua opera ed il grande desiderio di continuare la strada che tu hai tracciato. Le auguro di non trovare mai quelle tante porte chiuse che ho trovato io, dopo che è morto mio marito, che pure tanti ritenevano una “persona indispensabile”. Ti ringrazio per il tuo impegno sociale e ringrazio soprattutto lei che intende continuare nella tua opera per amore tuo. Non dimentico mai che l’amore è la forza della vita. Ci vedremo dall’altra parte, prima o poi, e ne parleremo. Ti abbraccio Linda

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