Il mio intervento al congresso dell’Associazione Coscioni

Care compagne, cari compagni, care amiche, cari amici,
rivolgo innanzitutto un saluto a Franco Cuccaro, membro del Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica, deceduto a dicembre e un caloroso abbraccio ai genitori e un ringraziamento per averlo accompagnato generosamente e dignitosamente durante gli anni bui della sua malattia. Care compagne, cari compagni, questi lunghissimi mesi sono stati caratterizzati da un lavoro umano e politico che continuo a considerare vitale. Continua a sorreggermi il valore, il senso e la verità di una così grande battaglia di libertà e di civiltà, che sta per entrare in una fase molto delicata, valore, senso, verità del mio, del nostro passato, del presente e del futuro, indispensabili ed indissolubili, valore politico tout court.

È questo il filo coerente della vita che mi tiene in vita.

Il mio personale appello a sostegno della ricerca scientifica e della sua libertà risale al dicembre 2000 quando al Comitato Nazionale dei Radicali temevo “le nebbie della demonizzazione e della disinformazione. E nel fitto di queste nebbie –scrivevo- non sarà difficile per il governo e la maggioranza parlamentare proibire, fra le altre cose, anche la clonazione terapeutica, negando così a centinaia di migliaia di malati italiani una concreta speranza di guarigione e costringendoli ad un odioso turismo sanitario”. Da quel momento i miei timori, dinanzi ad uno scenario disarmante, sono divenuti anche quelli dei miei compagni radicali e li abbiamo trasformati in azione politica, a volte armandoci dell’arma non violenta. Abbiamo avuto la pazienza di credere, con la forza della nostra coscienza storica e con la forza di una nuova coscienza, che l’intelligenza dei cittadini italiani potesse ancora una volta, prevalere su quella di una maggioranza parlamentare che ha legiferato interpretando con presunzione il linguaggio delle coscienze e dei sentimenti del popolo italiano.

Ma se penso che ancora oggi l’Italia si trova agli ultimi posti nella classifica dei paesi che utilizzano le terapie contro la sofferenza, che si occupa poco o nulla del dolore, che fa gesti scaramantici al pensiero dell’istante di pace che spera sia improvviso e senza sofferenza, che è in forte ritardo nell’incoraggiare le sperimentazioni sulla marijuana terapeutica per la legislazione in materia di stupefacenti che rende difficile e rischiosa ogni iniziativa legata alla cannabis, togliendo ancora una possibilità di alleviare il dolore a molti malati che non ne hanno altre, la paura almeno per me, almeno per il momento resta.

E non è quella di vedere la legge sulla fecondazione medicalmente assistita, modificata in Parlamento, quanto piuttosto lo scendere di un silenzio assordante sui 4 quesiti referendari. Un flagello silenzioso spero non si abbatta sulla vita dei cittadini italiani. Un flagello sostenuto dai mistificatori della vita, da chi vuol porre limiti alla libertà della conoscenza, alla libertà di coscienza, alla libertà di cura, da chi non ti lascia libero né di vivere, né di morire, ma di marcire come per i 30000 embrioni in soprannumero. “Se restare è un rischio, se andare è un rischio”, come mi ha detto Marco Pannella, vuol dire che la battaglia che è lotta quotidiana per non perdere il filo dei pensieri nel labirinto della mia mente, con l’ avanzare della sofferenza è ancora tanto rischiosa quanto possibile la sua vittoria. Mai come in questo momento, chiedo a me stesso e a tutti i malati, di non dividere i nostri sforzi, di non isolare in una torre eburnea i nostri sentimenti per orientamenti politici diversi o per pregiudizi non so di che tipo, perché la sofferenza e le speranze sono le stesse.

È importante capire che l’Associazione Luca Coscioni non intende celare le istanze di vita, di libertà, dei malati, dei disabili, tra le “varie ed eventuali” dei suoi programmi, perché è il suo programma, il suo progetto, il suo impegno e il comportamento nella vita politica da quando si è costituita. Nell’immediato la scelta di sostenere e di vivere, con l’Associazione che porta il mio nome, la campagna referendaria a difesa della dignità umana ed in particolare a difesa del diritto alla salute, alla libera cura, a sostegno della libertà di ricerca scientifica, non deve essere temuta e percepita come una sorta di arruolamento in un gruppo contrapposto rispetto ad un altro dove trovano sovente manifestazione i propri sentimenti politici. Questo è un cammino che deve essere percorso insieme e deve essere chiara la dimensione totale di questo impegno in termini di laicità dello Stato, per il diritto di esistere dignitosamente che non può essere con nulla barattato, non può essere valore di scambio di qualche negoziazione, con possibili voti cattolici. Quel che l’Associazione riuscirà a ottenere e a cambiare dipenderà anche dalla forza con cui noi malati sapremo opporci a chi ci vuole muti, imprigionati, condannati e strumentalizzati, a chi ci vuole in silenzio.

Avermi ascoltato oggi più di ieri vuol dire aver udito “il silenzio degli assenti” e la voce di “tanti presenti che vivono nel silenzio”.

21 gennaio 2005 – Luca Coscioni

Puoi vedere il mio intervento al congresso cliccando qui

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