Il mio intervento al convegno sulla ricerca per le cellule staminali in Europa

Cassetta audio animata
  • Data: 18 settembre 2001
  • Luogo: Bruxelles - Parlamento Europeo
  • Fonte: Radio Radicale

18 settembre 2001 – Bruxelles: intervento di Luca Coscioni al convegno sulla libertà di ricerca scientifica per le cellule staminali.

Il rapporto tra scienza e Chiesa è stato nei secoli molto spesso contraddittorio. Di fronte a quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria rivoluzione scientifica, a Bruxelles medici e politici dell’Ue si interrogano sulla necessità di distinguere tra peccato e delitto e sull’opportunità di una legislazione comune riguardo la clonazione delle cellule staminali.

INTERVENTO DI LUCA:

Buon pomeriggio.
Avrei voluto partecipare di persona al Convegno di oggi e di domani, ma è un momento molto difficile per la mia vita, dato che proprio in questi giorni devo decidere se sottopormi ad un autotrapianto di cellule staminali mesenchimali, cellule prelevate dal mio midollo osseo, che verranno reimpiantate nel mio midollo spinale, con la speranza che si trasformino in motoneuroni. I motoneuroni sono infatti quelle cellule nervose che la malattia che mi ha colpito, la sclerosi laterale amiotrofica, distrugge progressivamente, causando alla fine la morte del paziente. È molto difficile riuscire a farvi capire il mio stato d’animo, ma ho deciso di provarci ugualmente anche se questo tentativo potrebbe sembrare non collegato all’oggetto del Convegno.

Quando si è colpiti da una malattia incurabile e inguaribile, quando i medici hanno pronunciato una sentenza di condanna a morte, quando la speranza non già di guarire ma di poter semplicemente continuare a vivere svanisce giorno dopo giorno, la possibilità di essere sottoposti ad un intervento come quello al quale potrei accedere nelle prossime settimane può provocare un effetto paradossale. Dopo sei anni di malattia mi ero convinto che non ci fosse più nulla da fare, se non combattere una battaglia quella per la libertà della ricerca scientifica, i cui frutti ben difficilmente pensavo di poter raccogliere in vita. Ora, invece, sebbene la ricerca sulle cellule staminali embrionali sia di fatto vietata nel nostro paese, uno spiraglio di luce si è aperto nella notte della disperazione nella quale ero caduto. Ma, paradossalmente, come dicevo, è proprio questo spiraglio di luce ad avermi messo a terra, ad avermi fatto ritrovare quella umanità che una malattia come la sclerosi laterale amiotrofica cancella inesorabilmente. Nonostante nel nostro paese la sperimentazione sia limitata alle sole cellule staminali adulte, e quindi sia precluso il confronto con quelle embrionali l’autotrapianto al quale dovrei essere sottoposto apre nuove prospettive terapeutiche nella cura della sclerosi laterale amiotrofica e di altre malattie degenerative del sistema nervoso centrale e periferico. Portare sul proprio corpo i segni di una battaglia come quella che sto combattendo da radicale non è cosa agevole, richiede determinazione, cocciutaggine, perseveranza e, dimenticavo, la qualità più importante: umanità. L’attacco più violento che ho subito nel corso della mia campagna elettorale è stato quello di essere considerato uno strumento, una marionetta. In realtà, questo attacco lo subiscono quotidianamente tutti coloro che il caso e la natura hanno reso malati. Ma ogni battaglia per poter essere vinta deve essere combattuta da chi si trova inevitabilmente al suo fronte. Così attraversando il deserto della mia malattia mi sono accorto che avevo una bussola e soprattutto una rotta da seguire: la mia salvezza e quella degli oltre centomila malati di sclerosi laterale amiotrofica in tutto il mondo. Ho attraversato in moto il Grand Erg tunisino e algerino. Pensavo che quella fosse una grande impresa. Oggi so che l’impresa più grande è quella di vivere pienamente la propria esistenza, di viverla pienamente anche nelle condizioni avverse di una malattia. La lotta della umanità contro la sofferenza e il dolore è la lotta più appassionante. Nel corso della mia campagna elettorale credevo che un solo uomo potesse far vincere in Italia la battaglia per la libertà della ricerca scientifica. Mi sbagliavo. Non sono un ricercatore nel campo biomedico. Sono un economista ambientale che ha però maturato una certa esperienza sul tema delle cellule staminali e più in generale su quello della libertà della ricerca scientifica. In effetti, come è sempre accaduto nella storia del Partito radicale ho avuto modo di dare letteralmente corpo alla battaglia radicale per la libertà della ricerca scientifica, battaglia che ho avuto la possibilità di incarnare alle elezioni politiche italiane dello scorso 13 maggio. Purtroppo per la prima volta dopo 25 anni i radicali non sono presenti nel parlamento italiano, così l’argomento della clonazione terapeutica è rimasto fuori dal Palazzo, e non è stato ancora iscritto nell’agenda politica italiana. Tuttavia i radicali hanno la grande capacità di fare politica anche senza una adeguata rappresentanza parlamentare. Lo strumento prescelto per ovviare al problema della nostra assenza parlamentare è quello dalla proposta di legge di iniziativa popolare.

Quella sulla clonazione terapeutica sarà una delle 25 proposte di legge di iniziativa popolare per le quali avvieremo la raccolta delle firme il prossimo 21 settembre. Il nostro è un programma di governo liberale, anche nel settore delle nuove biotecnologie mediche. È per queste ragioni che il modello normativo proposto in materia di cellule staminali è quello inglese, liberale appunto e pragmatico. Nella nostra proposta di legge sulla clonazione terapeutica, da un lato, prevediamo l’utilizzo degli embrioni soprannumerari, dall’altro, la creazione di nuovi embrioni, la clonazione terapeutica propriamente detta. La carta costituzionale di una nazione può essere modificata con l’accordo delle forze politiche. Una costituzione etica invece è per sua natura immodificabile e soprattutto inconciliabile con altre costituzioni etiche, che per definizione non sono riconducibili ad un massimo denominatore morale. In una società moderna e liberale le diverse convinzioni religiose e morali sono poste tutte sullo stesso piano. Se così non fosse e ne venisse fatta prevalere una su tutte le altre torneremmo a una concezione da stato etico che mortificherebbe le costituzioni etiche ritenute inferiori alla prevalente e che imporrebbe a tutti i cittadini un massimo comune denominatore morale non universalmente condiviso. Tornando al tema del convegno appare quindi del tutto evidente che la soluzione politica che il parlamento europeo dovrà adottare in materia di cellule staminali, non potrà non tenere conto che le diverse costituzioni etiche si collocano, come già evidenziato, su un piano paritario e non sarà quindi possibile fare prevalere nella fattispecie la convinzione della Chiesa Cattolica per la quale l’incontro di uno spermatozoo con un ovulo determinerebbe di per sé l’inizio, non già, del percorso di sviluppo di un embrione ma la formazione di una persona. Sul piano teologico tale incontro originerebbe l’anima della persona in questione. Ora, tale concezione è, dal punto di vista etico, legittima come sono legittime le altre costituzioni morali che, invece, considerano l’embrione semplicemente un embrione e non una persona. Inoltre secondo gli ordinamenti giuridici dei paesi dell’Unione Europea e anche degli Stati Uniti l’embrione non ha personalità giuridica e non è, dunque, persona. Pertanto, se fosse fatto passare il principio per il quale un embrione è persona questo significherebbe non solo imporre il punto di vista della Chiesa Cattolica, ma addirittura operare contra legem.

A questo punto penso possa essere utile distinguere il tema della utilizzazione degli embrioni soprannumerari da quello della clonazione terapeutica propriamente detta. Partiamo dal primo. Come è noto, gli embrioni soprannumerari sono inevitabilmente destinati alla distruzione. La non azione è una opzione che può essere presa in considerazione dai vertici ecclesiastici non certo dai deputati europei che dovrebbero sapere che destinare questi embrioni alla ricerca scientifica potrebbe significare salvare centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Di fronte ad una distruzione certa la non azione è in realtà un atto di viltà, un lavarsi le mani alla Ponzio Pilato. Mi appello a tutti i deputati europei perché tengano conto del fatto che la non azione condurrà comunque gli embrioni a finire nella spazzatura impedendo così che il loro enorme potenziale vitale possa tradursi in terapie cellulari con un impatto paragonabile a quello che ha rappresentato per l’umanità la scoperta degli antibiotici. Il parlamento inglese un anno fa ha deciso di destinare alla ricerca gli embrioni soprannumerari lasciando che i deputati votassero secondo coscienza. Il mio augurio e la mia speranza così come l’augurio e la speranza di milioni di malati nell’Unione Europea sono che il Parlamento Europeo consenta l’impiego degli embrioni soprannumerari. Si tratta di un atto di civiltà e di responsabilità che tornerebbe a dare la speranza ai cittadini della Unione Europea e colmerebbe un vuoto normativo inaccettabile. Per quanto riguarda invece la clonazione terapeutica propriamente detta vorrei fare soltanto notare che si tratta di una pratica mediante la quale le cellule staminali si ottengono sostituendo il nucleo di un ovocita con il nucleo di una cellula somatica del paziente che dovrà essere curato. Dunque tali cellule staminali non sono il frutto dell’incontro di uno spermatozoo con un ovulo e di conseguenza bisognerebbe considerare con una maggiore e diversa attenzione la possibilità di legalizzare tale tecnica che ha il vantaggio di risolvere alla radice il problema di un eventuale rigetto delle cellule reimpiantate. Mi rendo conto delle difficoltà di una parte del Parlamento Europeo ad accettare questa seconda strada ma, come è dimostrato dalle principali pubblicazioni scientifiche internazionali, la clonazione terapeutica apre frontiere molto promettenti che è necessario e indispensabile esplorare per verificare quale sia la fonte migliore di approvvigionamento di cellule staminali per il trattamento delle diverse patologie. Limitare la ricerca alle sole cellule staminali adulte è un errore strategico gravissimo che potrebbe avere conseguenze disastrose qualora questa fonte non si rivelasse la più adatta. La storia della ricerca scientifica ci insegna che non è possibile escludere in modo aprioristico un percorso di ricerca senza che questo possa avere in prospettiva conseguenze negative per il progresso scientifico e per le sue applicazioni in campo biomedico.

Oggi, la libertà e la democrazia, la libertà della ricerca scientifica sono in pericolo a causa degli integralismi religiosi. Se il fanatismo islamico sta minando le basi della democrazia e della convivenza civile mondiale, l’integralismo cattolico mette seriamente in discussione un valore fondamentale, quello della libertà della ricerca scientifica. Così le pressioni del Vaticano sul presidente degli Stati Uniti e le sue promesse in campagna elettorale hanno fatto in modo che la ricerca venisse limitata alle 60 linee cellulari già estratte dagli embrioni soprannumerari ormai distrutti. Questo limite ha portato molti scienziati americani ad abbandonare gli Stati Uniti per proseguire le loro ricerche sulle cellule staminali embrionali in Gran Bretagna. Le convinzioni religiose della Chiesa Cattolica in materia di inizio della vita sono chiaramente legittime. Ciò che non è legittimo è che vengano imposte a tutti i cittadini dell’Unione come norme di legge. Infatti, come chi non vorrà farsi curare con le nuove terapie cellulari basate sulle cellule staminali embrionali potrà non ricorrervi, così chi, invece, lo vorrà dovrà essere messo in condizione di accedervi. Il divieto all’uso degli embrioni soprannumerari è, peraltro, imposto solo dalla Chiesa cattolica. Negli Stati Uniti, dinanzi alla commissione nazionale di bioetica, il rappresentante della chiesa ortodossa si è dichiarato favorevole alla sperimentazione sugli embrioni soprannumerari, mentre i rappresentanti delle confessioni protestanti, delle due principali tradizioni islamiche e dell’ebraismo hanno, addirittura, sottolineato il carattere doveroso della ricerca sulle cellule staminali embrionali, a fronte del beneficio terapeutico atteso. Comunque, la posizione della Chiesa Cattolica non è accettata nemmeno dai suoi fedeli, se è vero che tre cattolici americani su quattro si sono dichiarati favorevoli all’utilizzo degli embrioni soprannumerari, così come il 67 per cento degli italiani. Secondo alcuni il tema della clonazione terapeutica urterebbe la sensibilità del mondo cattolico. Questo non è vero, dal momento che esiste una profonda frattura tra le posizioni del Vaticano e il sentimento di chi vive il Cristianesimo ogni giorno. In ogni caso, la libertà di scegliere come essere curato è un valore fondamentale di civiltà che non può essere subordinato a convinzioni religiose di una parte della società civile. In definitiva, è necessario affermare non tanto la tolleranza delle posizioni altrui quanto piuttosto la accettazione delle stesse. La tolleranza è l’anticamera di ogni conflitto. Libertà costituisce, invece, il pilastro della democrazia e del confronto tra diverse culture e concezioni della vita e del mondo.

Puoi vedere il mio intervento al convegno cliccando qui

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale del convegno

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