La battaglia a cui do il corpo

La mia battaglia

Fare politica ad alto livello, al fianco di Emma Bonino e Marco Pannella, quando ci si trova su una sedia a rotelle è molto difficile. Può sembrare addirittura impossibile, se per comunicare si è anche costretti, come nel mio caso, ad utilizzare un sintetizzatore vocale ed un computer portatile. Tuttavia, sono convinto che la forza delle idee, alla fine, è sempre vincente e, soprattutto, inarrestabile. È per questo che la battaglia radicale per la libertà di ricerca scientifica, alla quale sto dando corpo e voce, così come Enzo Tortora ha incarnato un’altra grande battaglia radicale, quella sulla giustizia giusta, ci consentirà di tornare in Parlamento con un gruppo di deputati e senatori radicali cocciuti e determinati.

Certo, il traguardo è ambizioso ed è per questo che invito tutti coloro che leggeranno questo mio articolo a sostenere e a votare le liste e i candidati radicali.
La battaglia che stiamo combattendo è tesa, fra le altre cose, a dotare il nostro paese di una legge sulla clonazione terapeutica. È per questo che abbiamo anche predisposto, con Emma Bonino e Cinzia Caporale, una proposta di legge di iniziativa popolare per l’utilizzo di cellule staminali per finalità terapeutiche. La raccolta delle firme partirà nelle prossime settimane. Le cellule staminali sono cellule ancora indifferenziate, caratteristiche degli embrioni, ma presenti in quantità limitata anche negli organi adulti. Per ragioni non ancora note, le cellule staminali, una volta inserite, ad esempio, nel sistema nervoso, sono irresistibilmente attratte dai punti, come le aree di lesioni o di degenerazione, nei quali c’è più bisogno di loro. Una volta arrivate a destinazione, tali cellule indifferenziate si trasformano in neuroni in grado di sostituire o riparare quelli distrutti o danneggiati.

In una ricerca effettuata al John Hopkins Institute di Baltimora, i ricercatori, guidati dal professor Jeffrey Rothstein, hanno iniettato cellule staminali provenienti da embrioni di topo nel midollo spinale di topi adulti resi paralitici da un virus. Tale virus, chiamato Sindbis, attacca le cellule nervose motorie, distruggendole. Il 50 per cento dei topi trattati con le cellule staminali ha mostrato alcuni segni di miglioramento, come riuscire di nuovo ad alzare e appoggiare al suolo le zampe. Anche se le cellule staminali sono state iniettate alla base della spina dorsale, esse sono riuscite a risalire fino al nodo dal quale si diramano i nervi motori destinati al controllo del movimento della metà posteriore del corpo. È per queste ragioni che le terapie cellulari fondate sulle cellule staminali potrebbero essere usate nella cura della sclerosi laterale amiotrofica, malattia che mi ha colpito nel 1995. I sintomi di questa sindrome sono in effetti simili a quelli causati dal virus Sindbis nei topi e i ricercatori del John Hopkins pensano di effettuare i primi trial con cellule staminali su esseri umani affetti da questa malattia entro due anni.

Concludo, lanciando un appello. Di non cedere alla tentazione di votare l’Ulivo perché si è contro i fascisti. Oppure, che è poi la stessa cosa, di votare la Casa delle Libertà perché si è contro i comunisti. Ma, per una volta, di votare per e non contro: per la libertà di ricerca scientifica, per la libertà di scienza, per la libertà. Insomma, di votare la Lista Emma Bonino. E di farlo, per lo meno, con una delle tre schede elettorali: quella per il proporzionale della Camera, dove sono capolista. Ne avete altre due di schede, eventualmente, per votare contro.

febbraio 2001 – Luca Coscioni

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