Lettera a Maurizio Costanzo

Caro Costanzo,

Le invio una copia del mio libro che da pochi giorni è in libreria. Si intitola “IL MARATONETA” – “da caso pietoso a caso pericoloso – storia di una battaglia di libertà” ed è la storia degli ultimi anni della mia vita, dal momento in cui sono stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica ed ho cominciato la mia battaglia politica radicale per la libertà di ricerca scientifica. In questo libro, non si racconta la tragedia di una malattia, ma, per l’appunto, la storia di una battaglia di libertà, con tutto il suo carico di speranze, disperazioni e sofferenze. La copertina del libro è illustrata con un disegno di Superman che sfonda un muro. Superman non sono io. Non è Cristopher Reeve, Michael J. Fox o Nancy Reagan. Superman siamo noi, i ricercatori, le persone malate, i “sani, i politici, donne ed uomini concreti, che con le nostre individualità, sfonderemo, prima o poi, il muro eretto da chi vorrebbe continuare ad oscurare le nostre coscienze, le nostre libertà ed il progresso scientifico e lo sviluppo umano. Forse si ricorderà di me quando sono stato letteralmente “espulso” dalla campagna elettorale del 2001… un secolo fa! Dai due schieramenti maggiori e dai suoi leader, da Rutelli a Berlusconi, mi si diceva che i temi della libertà di ricerca scientifica e di cura riguardavano la coscienza degli elettori e non attenevano al confronto elettorale. Si arrivò persino a dire che ero strumentalizzato dai radicali, proprio io che ero e sono radicale, che sbattevano in televisione “un caso pietoso”. Io, semplicemente, vivevo e vivo la mia vita, non esistevo come soggetto pensante, come essere umano che intende lottare per i suoi diritti e quelli di milioni di persone “sane”, malate ed emarginate.
Caro Costanzo, ora che siamo lontani dalle scadenze elettorali, posso parlare? Posso cercare di tirare fuori questa forza della ragionevolezza che sento dentro di me e che, seppure si esprime attraverso un computer portatile ed un sintetizzatore vocale, intende difendere la libertà della scienza che, non solo a mio avviso, non può essere messa sotto scacco da veti clericali e talebani come quelli che impediscono la ricerca sulla clonazione terapeutica e sulle cellule staminali embrionali, ricerca che potrebbe un giorno curare patologie come il Parkinson, l’Alzheimer, il diabete, la sclerosi laterale amiotrofica?
Questa ricerca è libera in Gran Bretagna e, se avrà successo, vedrà ancora una volta gli italiani (quelli che se lo potranno permettere…) emigrare in quel paese per avere una possibilità di cura e di vita. In Italia, infatti, il Parlamento sta per varare una legge, quella sulla fecondazione medicalmente assistita, che impedirà qualsiasi ricerca sulla clonazione terapeutica e sulle cellule staminali embrionali, anche quelle che possano provenire dai 30.000 embrioni soprannumerari che attualmente hanno come unico destino la spazzatura.
Di questo, purtroppo, nessuno parla ed io vorrei farlo: per me, per i “sani”, per noi che siamo malati, il “fattore tempo” è tutto. Può essere tempo di vita, se non è dilapidato. Noi abbiamo la profonda consapevolezza del valore di ogni istante che passa, come il tempo che io ho impiegato – ed è stato molto glielo garantisco – a scriverLe queste poche righe. Sono fiducioso e certo di una Sua risposta.

Con i migliori saluti

Luca Coscioni

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