Il mio intervento per i militanti radicali impegnati per il Laos

Buon giorno.
Solo poche battute per commentare, e contestualizzare, l’azione non violenta di Olivie, Bruno, Massimo, Silvia e Nicolai, da un lato; dall’altro, la manifestazione di domani. Come spesso mi accade, è stata una frase di Marco ad ispirare questo mio brevissimo intervento.

Due sere fa, in conclusione della trasmissione di Daniele, Marco invitava i radioascoltatori a coricarsi idealmente nelle celle dei nostri 5 compagni, di farlo per stare loro vicini in quei momenti di sofferenza e di angoscia. Quella immagine, così suggestiva, ma al tempo stesso così concreta, mi ha fatto meglio comprendere la portata della impresa di libertà dei nostri amici. Mi sono messo, per qualche istante, nei loro panni. Quando me li sono tolti per tornare nei miei, mi sono detto che la nostra manifestazione del 10 novembre è soprattutto la loro, che sono stati disposti a mettere in gioco quanto di più prezioso una persona ha: la propria vita.

Lo hanno fatto per i 5 manifestanti laotiani scomparsi da due anni; per la libertà e la democrazia in quell’angoletto rosso, dove diritti e libertà fondamentali sono quotidianamente massacrati. Oggi, quelle 5 celle di isolamento sono vuote. Altre, purtroppo, non lo sono. O, peggio ancora, lo sono divenute perché chi le abitava è stato ucciso per il solo fatto di aver chiesto: libertà, democrazia e riconciliazione per il Laos.

09 novembre 2001 – Luca Coscioni

Eventuali errori presenti nel documento sono dovuti ad un adattamento del testo per il sintetizzatore vocale utilizzato da Luca

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