La mia intervista al “Nuovo”

Intervista sul Nuovo:

Mi chiamo Luca Coscioni, questo lo sai, ho 33 anni e sono il capolista della Lista Emma Bonino nelle circoscrizioni di Lazio 1, Umbria ed Emilia Romagna. Sono iscritto al partito radicale transnazionale da tre anni e mi sono avvicinato ad esso, per la prima volta, nel 1999, in occasione della campagna “Emma for President”. Sono già stato candidato, sempre per la Lista Emma Bonino, alle elezioni regionali del 2000.

Sono sposato con Maria Antonietta, formidabile compagna di vita e di battaglie.

La voce che avresti ascoltato, se ci fossimo incontrati, non è chiaramente la mia. Per comunicare sono infatti costretto ad utilizzare un programma di sintesi vocale. Mani e braccia mi funzionano poco, quanto basta, però, per consentirmi di spostare un normalissimo mouse. Un programma di auto-click, che ogni mezzo secondo aziona automaticamente il pulsante sinistro del mouse, risparmia al pollice della mia mano destra questa operazione, per me molto faticosa. Sullo schermo del mio portatile, compare, poi, una tastiera virtuale e, più a destra, la finestra del programma di previsione di parola, che, prevedendo, appunto, le parole, sulla base di singole lettere da me digitate sulla tastiera virtuale, riduce notevolmente i tempi di battitura. Posso così scrivere e successivamente far leggere ciò che voglio dire ad una interfaccia vocale, che non avrà la voce suadente del famoso elaboratore Hal di 2001 Odissea nello spazio, ma rende pur sempre libero il mio pensiero. È lo stesso sistema che usa, per comunicare, il professor Steven Hawking, il celebre fisico inglese, noto in Italia per il suo libro, Dal big bang ai buchi neri. Hawking è stato colpito dalla sclerosi laterale amiotrofica nel 1963 ed è un paradosso vivente. Secondo i medici, dovrebbe essere infatti morto da almeno 33 anni. Invece, pur costretto alla immobilità, occupa, a Cambridge, la cattedra di matematica lucasiana, la stessa che fu di Newton. Anche Steven Hawking, dicevo, per comunicare deve ricorrere alla tecnologia informatica. Certo la comunicazione in tempo reale è un’altra cosa, comunque questo è ciò di cui, per il momento, possiamo disporre.

Per quanto riguarda la mia formazione culturale, posso dire di essere laureato in economia e commercio e dottore di ricerca in economia ambientale. Ho insegnato politica economica alla Facoltà di economia di Viterbo, come professore a contratto. Sono partito da una impostazione keynesiana. Oggi mi definirei liberista. Ho dovuto interrompere il mio percorso universitario e la mia intensa attività di ricerca, non a causa della malattia che mi ha colpito nel 1995, ma perché sono stato fatto fuori dal direttore dell’Istituto economico della Facoltà di economia di Viterbo. Nel giro di pochi mesi, non appena ha saputo della diagnosi che mi era stata fatta, Il direttore di tale istituto ha decretato la mia esecuzione al concorso per ricercatore, prima, e non mi ha fatto rinnovare, poi, il contratto per l’insegnamento di politica economica. Ho voluto richiamare questo episodio per evidenziare come, in Italia, a differenza del mondo anglosassone, non solo non venga garantita l’uguaglianza delle condizioni di partenza, ma sia attuata una vera e propria pulizia etnica nei confronti di chi non è in linea con il regime. Sia esso il regime universitario piuttosto che quello politico. Io non ero più in linea, evidentemente, con i parametri fisici richiesti dal direttore d’istituto e pertanto sono stato eliminato. Non dimentichiamo che siamo in Italia, non nella Gran Bretagna di Hawking.

Comunque, la passione per la ricerca scientifica non è la sola che mi alimenti. L’altra è la politica, come è concepita e sviluppata dai radicali, da Emma Bonino e Marco Pannella: politica è governo degli eventi, è confronto democratico, è dare risposte adeguate in tempi utili ai bisogni dei cittadini, è legalità , è trasparenza. Oppure non è politica. Attualmente, faccio parte del Comitato dei Radicali. Il Comitato dei Radicali per la Rivoluzione Liberale e gli Stati Uniti d’Europa, l’organo di direzione politica del Partito, è composto da 94 membri: 44 membri originari, 25 sorteggiati e 25 eletti in rete. Io sono stato uno degli eletti in rete. Queste elezioni online, che, per la prima volta nel mondo, hanno portato un soggetto politico ad eleggere via Internet una quota consistente della propria classe dirigente, 1/4 della stessa, e che, in poche settimane, hanno visto la partecipazione di più di 15000 registrati, di più di 10000 elettori, con 10 liste concorrenti e 171 candidati, con il coinvolgimento di 10 Presidenti di Regione, 8 Ministri e decine di parlamentari, alcune tra le massime autorità del mondo ebraico e della cultura a livello nazionale ed europeo nelle vesti di elettori, di candidati o di eletti, sono state un esperimento pienamente riuscito. Un esperimento con il quale, coraggiosamente, si è deciso di spalancare le porte del partito radicale transnazionale e dei soggetti d’area radicale a chiunque volesse partecipare a tali elezioni.

La lista da me guidata si chiamava Radicali3000, Antiproibizionisti sulla scienza, sulla droga, su tutto. L’idea di far nascere una lista antiproibizionista aperta, che potesse partecipare alle elezioni online, formandosi interamente in rete, è maturata in me anche riflettendo sulla decisione presa dal Parlamento europeo, il 7 settembre del 2000, di opporsi alla clonazione terapeutica. Si è trattato di un atto molto grave e decisamente inaccettabile per milioni di malati, colpiti da patologie incurabili e, spesso, mortali, che evidenzia come il proibizionismo abbia nuovamente trovato, nella scienza, terreno fertile, sul quale diramare le proprie radici di morte. Si stima che l’impiego di cellule staminali clonate potrebbe guarire, in tutto il mondo, 1 miliardo di persone, o migliorare enormemente la qualità della loro vita. In effetti, con la clonazione terapeutica, sembra si siano aperte le porte della speranza anche per decine di migliaia di persone affette, nel mondo, dalla sclerosi laterale amiotrofica, che, oltre ad avere salva la vita, potrebbero ottenere un deciso miglioramento del loro stato di salute. La mia battaglia radicale per la libertà di ricerca scientifica, per la libertà di scienza è cominciata proprio allora, il 7 settembre 2000, quando, da una semplice militanza telematica, ho avuto la forza ed il coraggio di incarnare, di dare corpo e voce alla sofferenza e alla speranza di tanti che, come me, sono alla ricerca di una terapia efficace. Quel 7 settembre 2000, gli europarlamentari della Lista Emma Bonino avevano detto sì alla clonazione terapeutica, ma i loro 7 voti non erano stati sufficienti per far approvare la risoluzione, una risoluzione, si badi bene, non vincolante per gli stati membri, ma che non lasciava presagire nulla di buono.

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