Porto la bioetica sul mio corpo e nel mio spirito

Buongiorno.
Desidero ringraziare Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, il professor Giulio Cossu, il senatore Natale D’Amico, Giampiero Mughini, tutti gli scienziati, i giornalisti, le personalità del mondo politico, e della società civile, che hanno deciso di sostenere la mia candidatura come membro del nuovo Comitato nazionale per la bioetica. Un ringraziamento particolare va all’avvocato Camillo Colapinto, Presidente della sezione pugliese della Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, all’architetto Franco Cuccaro, Presidente della sezione campana dell’omonima Associazione, entrambi colpiti dalla sclerosi laterale amiotrofica, a Rossana Perini, Presidente della Associazione Aldo Perini, e alle centinaia di persone malate, e ai loro familiari, firmatari della lettera appello che ieri abbiamo fatto pervenire al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, che dovrà, nei prossimi giorni, procedere alla nomina dei nuovi membri del Comitato. I temi della bioetica sono divenuti di straordinaria attualità, da quando le frontiere della medicina rigenerativa sembrano essersi cominciate a dischiudere grazie alle ricerche sulle cellule staminali. In Italia, purtroppo, l’informazione scientifica di base su questa rivoluzione della biomedicina, e delle nuove biotecnologie, è ancora del tutto latitante, o peggio inadeguata, per la portata del fenomeno.

Dal punto di vista legislativo, il vuoto normativo, in materia di clonazione terapeutica, si è di fatto tradotto in un divieto, il solito divieto all’italiana, paradossale e doloroso, per alcuni milioni di nostri concittadini in attesa di una cura per i loro mali. Se il Presidente del Consiglio lo vorrà, se lo riterrà giusto, in seno al nuovo Comitato nazionale per la bioetica potrà esserci anche questa voce, la mia. Garantisco all’onorevole Berlusconi, se deciderà di accordarmi la propria fiducia, vi garantisco che la mia sarà una voce, sì di parte, la parte liberale del nostro Paese, ma proprio per questo rispettosa delle altre, aperta al confronto e alla ricerca di un dialogo possibile, necessario, non più ulteriormente procrastinabile.

Certo, io sono anche una persona malata, non me lo sono dimenticato, e come potrei del resto; ma vorrei entrare nel Comitato, con la parte più sana di me: quella che colpita 7 anni fa dalla sclerosi laterale amiotrofica, è stata capace di fare di una malattia un momento di rinascita, di progettualità ed iniziativa politica.

Una giornalista di “Repubblica” mi ha recentemente intervistato, colpita dalla mia forza, e dal mio ottimismo. Io, purtroppo per me, non sono né forte, né ottimista; tutt’al più, posso definirmi realista e tenace, insomma, duro a morire, anche per una malattia decisamente più forte di me.

Nel Comitato, credo di poter portare tre cose.
La prima: un approccio, scientificamente e metodologicamente aperto ai temi della bioetica, che deriva dalla mia formazione culturale, dal mio essere scienziato sociale.
La seconda: un pensiero e una prassi liberale.
Terzo: il fatto, non trascurabile, che porto sul mio corpo, e nel mio spirito, i segni di ciò che potrebbe significare, per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, la bioetica, quando dal laboratorio si passerà alle applicazioni cliniche. Che questi segni servano almeno a ricordarci, se ne avremo salva la vita, il grande rischio che abbiamo corso.

22 dicembre 2001 – Luca Coscioni

Sul sito di Radio Radicale è possibile vedere il video integrale della conferenza

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